Si riprende dal coma grazie anche alla Riflessologia Plantare

immagine riflex dei piediLa Riflessologia Plantare è la più conosciuta tra le tecniche naturali, è un’antica Arte della salute : si definisce “scienza dei riflessi” perché utilizza la corrispondenza tra punti del piede (detti riflessi) e i vari organi del nostro corpo. Attraverso una serie di tecniche di manipolazione, si individuano eventuali blocchi energetici che impediscono il buon funzionamento degli organi e che turbano l’equilibrio psicofisico, stimolando i vari punti corrispondenti agli organi del corpo la Riflessologia Plantare sollecita il corpo all’autoguarigione.
I piedi sono parte dell’uomo e riflettono la persona con tutte le sue caratteristiche : energetiche, fisiologiche, anatomiche, emozionali, mentali, psicologiche e perfino spirituali. Si può affermare che viene inviato un messaggio, successivamente, il cervello interpreta il segnale,formula una risposta adeguata e quindi intraprende l’azione più opportuna. Questa attività si manifesta a livello del subconscio, dove non esistono parole per descrivere ciò che sta accadendo. La vicenda narrata da un giornale fornisce una traccia per i meccanismi che vengono innescati. Il messaggio si è aperto un varco nella cupa cortina del coma :
“La cerimonia di consegna dei diplomi della sesta classe (che corrisponde alla nostra prima media) era così importante per Esmeralda Pena, al punto che quest’ultima aveva convinto la madre ad acquistarle un paio di eleganti scarpe chiare, in tinta con il suo nuovo vestito bianco. Poi è accaduto l’imprevedibile. Esmeralda si trovava a pochi metri dal negozio di scarpe, quando un’automobile guidata da un uomo in presumibile stato di ubriachezza, inseguito dalla polizia, ha sterzato bruscamente sul marciapiede, investendola in pieno. La ragazzina, appena dodicenne, ha subito gravi lesioni al cervello, è entrata in coma, e sembrava ormai prossima alla morte. Tuttavia il suo insegnante, Josè Roberto Vasquez, non hai mai smesso di sperare. Quantunque le infermiere ripetessero che non era in grado né di vederlo né di sentirlo, Vasquez prendeva l’autobus due volte al giorno per recarsi in ospedale da Esmeralda; le teneva la mano, le massaggiava i piedi e le comunicava a bassa voce le ultime novità legate all’imminente cerimonia di consegna dei diplomi. Quattordici giorni dopo, Esmeralda è uscita dal coma”. (Hector Tobar, “Diploma Honors Girl’s Recovery, Teacher’s Faith, “ Los Angeles Times 25 giugno 1993)

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