SALUTE, MALATTIA, GUARIGIONE

Salute, Malattia, Guarigione

Come potremmo definire salute? E malattia come la definiamo? E come Guarigione?

All’apparenza questi termini o definizioni sembrano semplici, ma si rivelano complicati in fase di definizione. Queste nozioni si rivelano inoltre più complicate di quanto sembra in un primo momento e in particolare a seconda se parlano i medici, terapeuti o i pazienti.

Si parla di “stati di salute”, “di malattia” e la nozione, in passato, era condizionata dalla relazione tra medico e paziente che pagava il dottore.

Mi ha particolarmente colpito una definizione di salute degli anni Trenta di René Leriche “la salute è la vita nel silenzio degli organi”.

Bello definire la salute con la metafora del silenzio, dell’assenza di dolore o di mancanza di sensazione! Quindi la salute era intesa come una cosa di cui il corpo non parla o meglio come assenza di malattia. Si, la salute veniva definita con il suo contrario, cioè la malattia.

La salute viene intesa come uno stato naturale della persona in assenza di malattia. Se da un lato la salute è così definita, dall’altro si parla anche di riportare la persona alla salute attraverso una cura, quindi la salute è qualcosa che è andato perduto e pertanto con un intervento chirurgico o le cure mediche si tratta di recuperare o di ricondurre allo stato naturale originario. Quindi la guarigione costituisce il ritorno ad uno stato di salute naturale iniziale.

Lo stato di salute sembra così uno stato fragile che necessita un controllo perché ci sia assenza di malattia o di cause della malattia. La salute appare come uno stato o una disposizione in base alla quale ogni funzione naturale che da essa dipende, opera in maniera sana. La malattia è il suo opposto, il suo contrario, cioè un disequilibrio accompagnato da un malessere.

La malattia nel tempo era considerata come uno stato anormale, nel senso che allontanava il corpo dal suo stato naturale, lo alterava, lo modificava, lo contaminava. E’ solo questo o molto di più?

La salute è data anche da un equilibrio di vari aspetti della persona e della sua relazione con l’esterno: l’alimentazione e il bere acqua pari a ca. 2 lt al giorno, il sonno, l’attività motoria, il riposo, la sessualità, le attività fisiologiche, le emozioni, il sentire dell’anima. L’equilibrio di questi aspetti era considerato, in passato, necessario al mantenimento della salute diversamente era causa di malattia. Questo aspetto naturale della salute era quindi responsabile di una condizione di vita sana come pure di una malsana. Nulla è cambiato oggi e la salute appare come una condizione relativa e non come un assoluto, come uno stato naturale della persona ma relativa poiché soggetta alle modifiche perché sensibile al tipo di disequilibrio dell’essere umano di cui soffre, alle sue cause e manifestazioni, suscettibile di trasformazioni. Tuttavia la salute è un bene da conservare e preservare e richiede uno sforzo individuale.

Se la salute è un bene da conservare e richiede uno sforzo individuale, che cosa ci mostra il suo opposto, la malattia?

Edward Bach ci dice che «La malattia è solo ed esclusivamente correttiva. Essa non è né vendicativa né crudele, ma piuttosto un mezzo di cui la nostra anima si serve per indicarci i nostri errori, per metterci in guardia dal commetterne di più grandi, per impedirci di procurare danni maggiori e per riportarci su quella strada della verità e della luce che non avremmo mai dovuto lasciare.»

E ancora “…la malattia è essenzialmente il risultato di un conflitto fra l’Anima e la Mente (o la personalità) e non potrà mai essere estirpata se non con un lavoro di tipo spirituale e mentale.»

«Ricerchino in se stessi la vera causa della loro malattia e possano così contribuire alla propria guarigione».

Se la salute è data da un equilibrio di vari aspetti della persona ed è un bene da preservare che richiede uno sforzo, un impegno individuale, la malattia ci mostra niente altro che la via della guarigione in questa sua funzionalità correttiva. Che significato ha quel malessere? Perché si ci ammala di una certa malattia e non di un’altra? Ha un senso questo? Perché la stessa patologia ha caratteristiche diverse da persona a persona?

Che cosa significa guarire?

Quando si parla di guarigione ci sono diverse differenze e sfumature a seconda se sia il medico o la persona malata a parlarne. La guarigione è per la maggior parte delle volte vissuta come una liberazione.

La guarigione implica una trasformazione ed essere guarito significa essere senza dolore, non necessariamente fisico, sentirsi bene, sentirsi liberi da ciò che aveva imprigionato il corpo e trasformato la sua natura e la persona guarita si sente restituita allo stato di salute ma guarire implica nonostante tutto, una differenza.

“La guarigione è del paziente”: la guarigione così come la malattia ci fanno scoprire potenzialità di forza e potere personale ancora sconosciuti. La guarigione implica una differenza, una trasformazione da uno stato precedente che spesso si comprende attraverso la malattia o un malessere o un’infelicità. Entrambe, guarigione e malattia/malessere/infelicità, danno quella forza, quella spinta che è solo personale e intima. E’ un atto di volontà, è una chiamata dell’anima. Inizia nell’anima: quindi quale è il movimento essenziale nella nostra anima che porta alla malattia? E’ un lavoro su di sé lungo una vita. Chi può aiutare questa persona? A chi si può rivolgere?

Fa parte del nostro programma di vita, si è qui per evolvere o per un compito in questa vita e solo comprendendolo e accettandolo, troviamo quella spinta interiore che ci porta alla guarigione di noi stessi.

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